Costruita nel biennio 1780-81 dall'architetto Camillo Morigia su commissione del cardinale Legato Luigi Valenti Gonzaga ed al di sopra della tomba quattrocentesca eretta dal podestà veneto di Ravenna Bernardo Bembo, la tomba è a forma ditempietto neoclassico a pianta quadrata, coronato da una piccola cupola. Separato dalla strada da una stretta delimitazione, presenta una facciata esterna molto semplice, con una porta sovrastata dallo stemma arcivescovile del Cardinal Gonzaga, e sulla cui architrave è scritto, semplicemente e in latino: Dantis poetae sepulcrum.
All'interno la tomba vera e propria, tutta rivestita di marmi e stucchi, consiste in un sarcofago di età romana con sopra scolpita (sempre in latino) l'epitaffio in versi (dettata da Bernardo Canaccio nel 1366):
"Iura monarchie superos Phlaegetonta lacusque / lustrando cecini fata volverunt quousque sed quia pars cessit melioribus hospita castris / actoremque suum petiit felicior astris hic claudor Dantes patriis extorris ab oris / quem genuit parvi Florentia mater amoris"
(traduzione: "I diritti della monarchia, i cieli e le acque di Flegetonte (gli Inferi) visitando cantai finché volsero i miei destini mortali. Poiché però la mia anima andò ospite in luoghi migliori, ed ancor più beata raggiunse tra le stelle il suo Creatore, qui sto racchiuso, (io) Dante, esule dalla patria terra, cui generò Firenze, madre di poco amore").
dal sito http://it.wikipedia.org/wiki/Tomba_di_Dante