Un elemento di grande importanza legato al processo di affermazione di questo territorio gonzaghesco triprovinciale in ambito gastronomico-enologico.
Si tratta di un identificativo mantovano che sempre più vigorosamente si va affermando non solo sul territorio nazionale.
Questo vino, in un certo senso, accompagna da più di cinque secoli la presenza dei “Gonzaga del Po” da Sabbioneta fino a Poggio Rusco, in un percorso di grande suggestione che tocca le realtà di Viadana, Guastalla, Luzzara, Gonzaga, oltre tutti quei paesi ove il vitigno delle uve lambrusche si coltiva con conseguente conferimento alle Cantine destinate alla lavorazione e imbottigliamento.
E con riferimento a questa specificità di non secondaria importanza seguiamo in un itinerario puntuale la linea del lambrusco nel territorio dei “Gonzaga del Po”: il lambrusco mantovano, il Sorbara, il Salamino, il Grasparossa.
Nè possiamo mancare di sottolineare come già in epoca molto lontana – nel Quattro, Cinque e Seicento - la questione del vino lambrusco fosse dibattuta nel mantovano, non solo, ma come importazioni ed esportazioni di vino si dilatassero a territori lontanissimi per il tempo, quali il Monferrato, le Langhe, ecc., ma anche molto più prossimi e tra loro significativamente legati, come Guastalla e Reggio, da rapporti di parentela gonzaghesca”.
Sarà inoltre il caso di rilevare come nell’ambito del “legame enologico” concretizzatosi nelle terre gonzaghesche, emerga prepotentemente un sapido prodotto, che rimanda a una stagione di dominio che accomunava il ducato di Mantova a quello di Monferrato. In quel tempo sulle tavole gonzaghesche si presentava un vino di grandi potenzialità, il “Barbesino”, che ancora oggi costituisce per molti versi il fiore all’occhiello di una ben determinata produzione monferrina, segno incorruttibile di una presenza storica e territoriale proiettata nel divenire.
E' quindi possibile procedere alla rilevazione di unità nella diversità, nel senso di quella “rete” della quale abbiamo detto, che identifica non l’impronta gonzaghesca generale sul territorio, bensì quella specifica presenza e realtà famigliare, connotata da una diversità culturale, politica, artistica, amministrativa che distingue senza dividere. E’ inoltre possibile, proprio andando in questa direzione analitica che accomuna territori non omogenei, comprendere meglio come l’Oltrepò Mantovano, riesca ad aggregare anche realtà geografiche non pertinenti nel nome di una identità comune. E’ il caso di Sustinente, Governolo, Ostiglia, che pur collocandosi sull’altra sponda del Po manifestano caratteri e peculiarità economiche, culturali, gastronomiche, storiche e tradizionali che sono proprie anche dell’Oltrepò.