La sfida che vuol cogliere “I Gonzaga del Po” è quella di suggerire una nuova dimensione per un territorio omogeneo, con significative testimonianze gonzaghesche sviluppate dai rami cadetti radicatisi lontano da Mantova verso Milano, diviso dal punto di vista amministrativo da tre province (Mantova, Reggio Emilia e Cremona, ed ai margini rispetto ai capoluoghi di riferimento.
Quest’area, posizionata tra il Po e la sua intersezione con l’Oglio, è stata per secoli un’importante pedina nello scacchiere geopolitico europeo; patria di un’agricoltura opulenta e avanzata, ha avuto pionieristiche esperienze industriali tra XIX e XX secolo ed è oggi tra le prime in Italia nel rapporto tra ricchezza e qualità della vita, nonostante la drammatica crisi economica che la sta coinvolgendo come ogni altro territorio.
Una terra che ha avuto le stesse dinamiche fino all’unità d’Italia, legata e non divisa dal Po e in cui sono ancora forti le relazioni reciproche tra le due sponde.
Proporre una nuova lettura di un sistema socio economico così rilevante significa definire esattamente il territorio cui ci si riferisce, fornire una base dati analitica che giustifichi la necessità di ripensarlo ed evidenziare limiti e punti di forza per individuare i filoni portanti dell’idea che si propone.
L’orizzonte storico del territorio considerato, così fortemente caratterizzato, è la prima discriminante naturale da considerare: nel nome dei Gonzaga “del Po” e dei loro rami cadetti disseminatisi fra le province di Reggio Emilia, Mantova e Cremona si possono identificare aree con connotati di complementarietà e omogeneità che oltrepassano i rigidi confini amministrativi.
Un’area che sconta ancora oggi un certo isolamento rispetto alle grandi reti viabilistiche, servita solo dall’Autostrada Modena – Brennero, ancora incardinata sul vecchio sistema di statali e con un sistema ferroviario che non è mai stato ammodernato.
Un’identità che non è solo culturale e artistica, ma anche economica e ambientale, che unisce la maggior parte dei Comuni interessati dal progetto.
Non volendoci fermare a una sola lettura storica, è necessario guardare anche a quelle relazioni che si sono venute a rafforzare in particolare negli ultimi decenni, che hanno unito realtà e contesti geografici facendoli diventare “territorio”.
Oltre ai Comuni caratterizzati dall’impronta gonzaghesca, il progetto “I Gonzaga del Po” intende considerare anche tutti quei comuni che, pur avendo avuto un passato diverso, per motivi di contiguità amministrativa, di sviluppo economico e politiche comuni sono da considerarsi parte del territorio considerato.
Vi sono già delle prime forme di associazionismo intercomunale in questa zona, come L’Unione dei Comuni della Bassa Reggiana, la Consulta Interprovinciale d’Area Viadanese Casalasca e la Consulta d’Area-Destra Po Sinistra Secchia.
Questi, sono da ritenersi tentativi, dall’esito e dal successo incerto, per introdurre strumenti di gestione intercomunale fra Comuni che condividono le medesime incombenze amministrative e che tentano di coinvolgere soggetti privati nell’interlocuzione con la pubblica amministrazione ai fini di un miglior sviluppo del territorio.